1926 WW1 Regia Nave Conte di Cavour Luigi Amedeo Savoia

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1926

REGIA NAVE CONTE DI CAVOUR

Vera cartolina d'epoca (viaggiata nel 1926, timbro leggibile e francobollo presente) con fotografia della nave da battaglia alla fonda.

Edizioni U. Pucci - La Spezia

Nota di storia navale
La nave aveva un dislocamento a pieno carico era di oltre 25000 tonnellate e raggiungeva la velocità di 21 nodi grazie ad un apparato motore costituito da venti caldaie Blechhynden, di cui otto con combustione a nafta e dodici con combustione mista carbone e nafta, che alimentavano tre gruppi indipendenti di turbine che agivano su quattro eliche, sviluppando 31.000 HP di potenza complessiva, con un'autonomia di 4.800 miglia ad una velocità di 10 nodi.
L'armamento principale si componeva di tredici cannoni da 305/46mm ripartiti in cinque torri, tre trinate e due binate. L'armamento secondario era costituito da 18 cannoni da 120/50mm, e 22 cannoni da 76/50mm, mentre l'armamento silurante era costituito da tre tubi lanciasiluri da 450mm, ognuno dei quali dotato di tre siluri.
Allestita nell'imminenza della prima guerra mondiale e ricevuta la bandiera di combattimento il 6 aprile 1915, la nave venne assegnata alla base di Taranto.
Il cofano e l'insegna di battaglia furono donati dalla città di Torino e la consegna avvenne alla Spezia alla presenza del Duca di Genova (Tommaso di Savoia).
Il cofano della bandiera aveva un bassorilievo con il volto di Cavour e poggiava su una base di alabastro ornato di cornici e bronzi dorati. Attualmente il cofano e la Bandiera sono conservati al Sacrario delle Bandiere del Vittoriano a Roma.
Il 24 maggio 1915, allo scoppio della guerra contro l'Impero Austro-Ungarico, divenne la nave di bandiera del vice-ammiraglio Luigi Amedeo di Savoia. Durante la guerra non prese parte a missioni attive, a causa della politica passiva adottata dalle Marine italiana ed austriaca, trascorrendo infatti 966 ore in esercitazioni e solo 40 ore in tre azioni di guerra incruente.
Dopo la guerra, il Conte di Cavour prese parte a una crociera propagandistica nel Nord America.
Nell'estate del 1922 il re Vittorio Emanuele III di Savoia vi si imbarcò per visitare le città italiane liberate sul mare Adriatico.
Nella tarda estate del 1923 in occasione della Crisi di Corfù, insieme al gemello Giulio Cesare e alle Duilio, il 29 agosto attaccò l'isola greca di Corfu, come rappresaglia per l'uccisione di rappresentanti italiani a Giannina avventuo il 27 agosto, quando la missione militare italiana, presieduta dal generale Tellini e incaricata dalla Conferenza degli Ambasciatori della delimitazione del confine greco-albanese, era stata trucidata in un'imboscata. Il capo del governo italiano Mussolini chiese che la flotta greca in un'apposita cerimonia rendesse gli onori alla bandiera italiana. La proposta era stata rifiutata dal governo greco e Mussolini replicò inviando una divisione navale ad occupare Corfù. Dopo che le navi italiane bombardarono il 29 agosto il vecchio forte della città, il governo greco dovette accettare l'imposizione degli onori alla bandiera italiana che la Squadra navale italiana ricevette al Falero, uno dei porti presso Atene. Le unità fecero rientro a Taranto alla fine di settembre.
Nel 1924 insieme alla Dante Alighieri e Duilio effettuò una crociera nelle acque spagnole , in occasione della visita in Spagna del re d'Italia e nell'aprile 1925 Benito Mussolini se ne servì per recarsi a Tripoli.
Nel corso degli anni venti l'unità fu sottoposta a vari lavori di ammodernamento con modifiche dell'armamento antiaereo con la sostituzione di sei cannoni da 76/50mm, con altrettanti pezzi da 76/40mm di concezione più moderna. Venne anche sostituito l'albero anteriore tripode con un albero quadripode a sostegno di una centrale telemetrica più alta che ne modificava il profilo.
Nel 1925 sul Conte di Cavour, così come sul Giulio Cesare, venne imbarcato un idrovolante da ricognizione M.18, che venne sistemato sul cielo della torre centrale in un'apposita sella brandeggiabile per potere orientare il velivolo secondo la direzione del vento. L'aereo veniva messo in mare ed issato a bordo per mezzo di un albero di carico. Nel 1926 per il lancio dell'idrovolante era stata anche installata una catapulta.
Il 12 maggio 1928 l'unità venne posta in disarmo a Taranto in attesa di essere radiata e avviata successivamente alla demolizione.
All'inizio degli anni trenta venne deciso un suo riammodernamento e cinque anni dopo essere andata il disarmo, nell'ottobre 1933, la nave venne trasferita nel Cantiere San Marco di Trieste per essere sottoposta a radicali lavori di riammodernamento.
I lavori, radicali, furono ultimati nel '37, consegnando alla Regia Marina un'unità del tutto nuova.
La fotografia in oggetto ritrae il Conte di Cavour nella sua prima versione, probabilmente anche prima del 1925, dato che non è visibile l'idrovolante.

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1926

REGIA NAVE CONTE DI CAVOUR

Vera cartolina d'epoca (viaggiata nel 1926, timbro leggibile e francobollo presente) con fotografia della nave da battaglia alla fonda.

Edizioni U. Pucci - La Spezia

Nota di storia navale
La nave aveva un dislocamento a pieno carico era di oltre 25000 tonnellate e raggiungeva la velocità di 21 nodi grazie ad un apparato motore costituito da venti caldaie Blechhynden, di cui otto con combustione a nafta e dodici con combustione mista carbone e nafta, che alimentavano tre gruppi indipendenti di turbine che agivano su quattro eliche, sviluppando 31.000 HP di potenza complessiva, con un'autonomia di 4.800 miglia ad una velocità di 10 nodi.
L'armamento principale si componeva di tredici cannoni da 305/46mm ripartiti in cinque torri, tre trinate e due binate. L'armamento secondario era costituito da 18 cannoni da 120/50mm, e 22 cannoni da 76/50mm, mentre l'armamento silurante era costituito da tre tubi lanciasiluri da 450mm, ognuno dei quali dotato di tre siluri.
Allestita nell'imminenza della prima guerra mondiale e ricevuta la bandiera di combattimento il 6 aprile 1915, la nave venne assegnata alla base di Taranto.
Il cofano e l'insegna di battaglia furono donati dalla città di Torino e la consegna avvenne alla Spezia alla presenza del Duca di Genova (Tommaso di Savoia).
Il cofano della bandiera aveva un bassorilievo con il volto di Cavour e poggiava su una base di alabastro ornato di cornici e bronzi dorati. Attualmente il cofano e la Bandiera sono conservati al Sacrario delle Bandiere del Vittoriano a Roma.
Il 24 maggio 1915, allo scoppio della guerra contro l'Impero Austro-Ungarico, divenne la nave di bandiera del vice-ammiraglio Luigi Amedeo di Savoia. Durante la guerra non prese parte a missioni attive, a causa della politica passiva adottata dalle Marine italiana ed austriaca, trascorrendo infatti 966 ore in esercitazioni e solo 40 ore in tre azioni di guerra incruente.
Dopo la guerra, il Conte di Cavour prese parte a una crociera propagandistica nel Nord America.
Nell'estate del 1922 il re Vittorio Emanuele III di Savoia vi si imbarcò per visitare le città italiane liberate sul mare Adriatico.
Nella tarda estate del 1923 in occasione della Crisi di Corfù, insieme al gemello Giulio Cesare e alle Duilio, il 29 agosto attaccò l'isola greca di Corfu, come rappresaglia per l'uccisione di rappresentanti italiani a Giannina avventuo il 27 agosto, quando la missione militare italiana, presieduta dal generale Tellini e incaricata dalla Conferenza degli Ambasciatori della delimitazione del confine greco-albanese, era stata trucidata in un'imboscata. Il capo del governo italiano Mussolini chiese che la flotta greca in un'apposita cerimonia rendesse gli onori alla bandiera italiana. La proposta era stata rifiutata dal governo greco e Mussolini replicò inviando una divisione navale ad occupare Corfù. Dopo che le navi italiane bombardarono il 29 agosto il vecchio forte della città, il governo greco dovette accettare l'imposizione degli onori alla bandiera italiana che la Squadra navale italiana ricevette al Falero, uno dei porti presso Atene. Le unità fecero rientro a Taranto alla fine di settembre.
Nel 1924 insieme alla Dante Alighieri e Duilio effettuò una crociera nelle acque spagnole , in occasione della visita in Spagna del re d'Italia e nell'aprile 1925 Benito Mussolini se ne servì per recarsi a Tripoli.
Nel corso degli anni venti l'unità fu sottoposta a vari lavori di ammodernamento con modifiche dell'armamento antiaereo con la sostituzione di sei cannoni da 76/50mm, con altrettanti pezzi da 76/40mm di concezione più moderna. Venne anche sostituito l'albero anteriore tripode con un albero quadripode a sostegno di una centrale telemetrica più alta che ne modificava il profilo.
Nel 1925 sul Conte di Cavour, così come sul Giulio Cesare, venne imbarcato un idrovolante da ricognizione M.18, che venne sistemato sul cielo della torre centrale in un'apposita sella brandeggiabile per potere orientare il velivolo secondo la direzione del vento. L'aereo veniva messo in mare ed issato a bordo per mezzo di un albero di carico. Nel 1926 per il lancio dell'idrovolante era stata anche installata una catapulta.
Il 12 maggio 1928 l'unità venne posta in disarmo a Taranto in attesa di essere radiata e avviata successivamente alla demolizione.
All'inizio degli anni trenta venne deciso un suo riammodernamento e cinque anni dopo essere andata il disarmo, nell'ottobre 1933, la nave venne trasferita nel Cantiere San Marco di Trieste per essere sottoposta a radicali lavori di riammodernamento.
I lavori, radicali, furono ultimati nel '37, consegnando alla Regia Marina un'unità del tutto nuova.
La fotografia in oggetto ritrae il Conte di Cavour nella sua prima versione, probabilmente anche prima del 1925, dato che non è visibile l'idrovolante.