1841 NAPOLI Salvatore GIRARDI promette assistenza a Luigi DE PASCALE *Lettera

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5 giugno 1841
NAPOLI

SALVATORE GIRARDI INTERVIENE IN UNA CAUSA DI LUIGI DE PASCALE

Lettera manoscritta inviata da Salvatore Grandi a don Luigi de Pascale, consigliere d'intendenza a Sulmona, cui promette aiuto in una lite giudiziaria di difficile soluzione:
"... don Gaetano Giardini Castrioli ha rifiutato la vostra difesa, perché aveva rifiutato quella de' vostri Nemici... Converrà quindi dirigerci a altri che fosse confidente di V. E. ...".
Lettera prefilatelica viaggiata con timbri lineari.

In buone condizioni.
4 pagine (2 bianche)

Interessante frammento di storia locale.


Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA BIOGRAFICA
Luigi de Pascale nacque da umile famiglia a Prezza, distretto di Sulmona. Avviato agli studi, intraprese la carriera legale e divenne patrocinatore. Noto per la sua ambigua scalata sociale, cercò nel periodo costituzionale del 1848 di esser eletto a Deputato del Regno. Mostrandosi in seguito grato e fedele al Re, ottenne l'impiego di consigliere d'intendenza.
Caduto il Borbone nel 1860, egli fu costretto all'esilio non per vicende politiche, ma perché processato per truffe.










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5 giugno 1841
NAPOLI

SALVATORE GIRARDI INTERVIENE IN UNA CAUSA DI LUIGI DE PASCALE

Lettera manoscritta inviata da Salvatore Grandi a don Luigi de Pascale, consigliere d'intendenza a Sulmona, cui promette aiuto in una lite giudiziaria di difficile soluzione:
"... don Gaetano Giardini Castrioli ha rifiutato la vostra difesa, perché aveva rifiutato quella de' vostri Nemici... Converrà quindi dirigerci a altri che fosse confidente di V. E. ...".
Lettera prefilatelica viaggiata con timbri lineari.

In buone condizioni.
4 pagine (2 bianche)

Interessante frammento di storia locale.


Documento d'epoca, originale, autentico.

NOTA BIOGRAFICA
Luigi de Pascale nacque da umile famiglia a Prezza, distretto di Sulmona. Avviato agli studi, intraprese la carriera legale e divenne patrocinatore. Noto per la sua ambigua scalata sociale, cercò nel periodo costituzionale del 1848 di esser eletto a Deputato del Regno. Mostrandosi in seguito grato e fedele al Re, ottenne l'impiego di consigliere d'intendenza.
Caduto il Borbone nel 1860, egli fu costretto all'esilio non per vicende politiche, ma perché processato per truffe.